sabato 23 dicembre 2006

Buone feste

Aaaaaaagggghhhhhhhhhh  .....

sappiate solo che devo ancora acquistare gli ultimi regali, ho ancora un po' di robette da impacchettare, non parliamo degli auguri che mi riproponevo di inviare ..... ma quando passa il Natale?????

Scherzo ....

Auguri a tutti, ma proprio tutti!!!!

Questa tag è stata pensata per l'altro mio sito, ma gli auguri sono validi comunque!!!!! Augurissimi per uno splendido Natale ed un felice anno nuovo!!!!

sabato 16 dicembre 2006

Situazione sotto controllo

Non ho più avuto tempo di postare il seguito, ma vorrei tranquillizzare quanti mi leggono qui, Silvia ormai sta benino .... insomma, è stato davvero un brutto momento, ma ormai è superato. Certo Silvia si può considerare ancora convalescente, perché con l'operazione, la febbre, e l'antibiotico si è un po' indebolita e potrebbe essere più facile prendersi qualcosa ... per questo la tengo ancora a casa dall'asilo, tanto a questo punto andrebbe solo un un paio di giorni e poi basta ... il dottore che l'ha visitata lunedì scorso per un controllo l'ha trovata bene, le ha fatto proseguire l'aerosol per un altro paio di giorni, ma poi ha detto basta antibiotico. Lunedì andiamo dalla nostra pediatra per fare finalmente il vaccino antinfluenazale che avevamo rimandato da più di un mese ... e così non preoccupatevi troppo, le cose si sono risolte.

giovedì 7 dicembre 2006

Ascesso retrofaringeo


Carissimi visitatori, amici ed amiche del web,



 



come al solito non ho postato per un bel pezzo, ma questa volta ho una ragione ancor più valida delle altre volte. Non si tratta solo di mancanza di tempo libero. Nella prima metà di novembre ho avuto molto da fare, è vero, ma si è trattato di occupazioni ordinarie, i soliti impegni  … ma, ma …. Recentemente è successo qualcosa di diverso. Silvia si è ammalata e ha dovuto persino sottoporsi ad un ricovero ospedaliero e ad una operazione. Le hanno trovato un ascesso retrofaringeo che è stato drenato chirurgicamente, ma le hanno dovuto anche asportare tonsille e adenoidi.

Ho deciso di raccontare qua come sono andate le cose, perché sono molte le persone che mi hanno chiesto sue notizie …. Ho già scritto molte e-mail, accennato brevemente agli ultimi avvenimenti nella tagboard del sito dedicato a mia figlia, ma dato che sono ancora in molti a voler sapere qualcosa di più nei dettagli ecco il resoconto completo di come sono andate le cose.



 



Tutto è cominciato con una in apparenza banale faringite, o forse in realtà era cominciato già da prima, ma noi non lo sapevamo …. Questo comunque è accaduto circa un mese fa. Silvia ha cominciato ad avere un po’ di febbre e non si sapeva che cos’avesse, perciò l’ho tenuta a casa da scuola e poi l’ho portata dalla pediatra. Noi avevamo pensato ad una tonsillite perché nell’estate del 2005, quando aveva 3 anni, Silvia si era presa una brutta tonsillite (andando dentro e fuori dall’acqua …. Forse qualcuno si ricorda che l’agosto di quell’anno è stato particolarmente fresco e piovoso) e da allora la tonsilla destra era sempre rimasta grossa come una ciliegia e non aveva voluto più saperne di sgonfiarsi. Secondo la pediatra era rimasta comunque entro i livelli di guardia.



 



Beh, quel martedì in cui la pediatra l’ha visitata, a trovato la tonsilla gonfia come al solito, ma senza placche e perciò ha diagnosticato una faringite … che non è stata trattata con antibiotico dato che la febbre poi era scesa quasi da sola. Al lunedì successivo, ormai quasi tre settimane fa, ho rimandato Silvia a scuola …. Non sapete quanto rimorsi ho per questo: perché lei mi diceva che non voleva andarci perché aveva mal di gola, e d io non le ho creduto. Ero veramente convinta che Silvia avesse imparato a raccontare delle piccole bugie pur di non andare all’asilo, dato che aveva scoperto che se diceva di essere ammalata l’avremmo tenuta a casa … ho raccontato la cosa a parenti e amici come se fosse una piccola monelleria di Silvia, una di quelle che fanno sorridere noi adulti … e invece, forse aveva per davvero mal di gola, e noi non l’abbiamo capita. E’ andata a scuola per un’intera settimana, solo l’ultimo giorno la sua maestra del pomeriggio, che è appena rientrata dalla maternità, mi ha detto che Silvia era molto svogliata e che non si sapeva dove avesse la testa. Io le ho risposto: “Speriamo bene … perché l’ultima volta che la tua collega mi ha detto una cosa del genere Silvia si è ammalata …” E purtroppo avevo ragione a pensarla così.



 



Silvia ha cominciato a stare di nuovo male in modo più evidente al sabato pomeriggio del 25 novembre, non capivamo se aveva la febbre o no, misurandola pareva di no, tanto che quel pomeriggio abbiamo deciso egualmente di andare al centro commerciale perché dovevamo prendere alcune cose. Durante la notte successiva Silvia si è lamentata per diverso tempo e non riuscivamo a capire se faceva solo brutti sogni o aveva male. Ad un certo punto le abbiamo dato del Nureflex e quello l’ha fatta dormire. Ma anche il giorno dopo stava male. Silvia diceva di avere male al collo, ma in un primo tempo sembrava male all’orecchio abbiamo telefonato al medico di guardia dell’ospedale che ci ha detto che quasi sicuramente era un’otite e di darle Tachipirina o Nureflex più Otalgan nell’orecchio. Abbiamo scoperto in seguito  che in realtà l’Otalgan non va mai dato se non lo dice il medico dopo aver sottoposto il bambino ad una visita con l’otoscopio (se ci fosse una lesione del canale uditivo dovuta all’otite, l’Otalgan procurebbe altri danni), comunque in generale i pediatri di oggi tendono a dare delle goccine che vanno messe nel naso piuttosto che nelle orecchie. Lo scrivo qui perché spero che quest’informazione possa essere utile per qualcun altro. Purtroppo noi ci fidiamo del medico di guardia perché non abbiamo altre alternative se non quella di portare la bimba in pronto soccorso, ma come molti intuiranno, il pronto soccorso è davvero l’ultima spiaggia … abbiamo comunque dovuto andarci qualche giorno dopo, ma lasciate che vi racconti il resto prima.



 



Insomma, barcamenandoci con gli analgesici, siamo arrivati fino al lunedì, e lunedì poi siamo andate di corsa dalla pediatra, la quale ha visitato Silvia e ha avanzato tre ipotesi. Quella di un ascesso retrofaringeo, che era quella giusta ma che in quel momento non sembrava essere la più probabile, poi ha avanzato l’ipotesi che si trattasse di una mononucleosi perché Silvia aveva le ghiandole del collo molto gonfie. Siccome l’unico modo per essere sicuri che Silvia avesse la mono era il test, nel frattempo la dottoressa ha dato a Silvia un antibiotico. Nel caso che Silvia avesse avuto una semplice infezione virale l’antibiotico avrebbe dovuto farla stare meglio molto velocemente, nel giro di un paio di giorni al massimo.

Eravamo rimasti d’accordo con la dottoressa che al giovedì Silvia avrebbe dovuto sottoporsi agli esami del sangue. In realtà al martedì pomeriggio, dopo un giorno di trattamento con l’antibiotico, ho chiamato la dottoressa per aggiornarla sulla situazione che non accennava a migliorare. La dottoressa ci ha detto di anticipare gli esami e così al mattino dopo, sempre dopo una notte di tribolazioni, siamo andati in ospedale a fare il prelievo. È stato il primo prelievo a cui Silvia si sia mai sottoposta. In quella occasione è stata bravissima, non ha pianto e non ha espresso il minimo lamento, la dottoressa che le ha fatto il prelievo si è congratulata con lei e le ha regalato una medaglia adesiva per premiarla del suo coraggio. Poi la dottoressa ci ha confidato che era meglio che la prima esperienza fosse andata così, perché in seguito Silvia si sarebbe sempre ricordata che i prelievi del sangue non sono poi una cosa di cui aver tutta questa paura …. Già, e sarebbe stato così, se poi non avesse avuto il trauma dell’esperienza ospedaliera. Se prima Silvia non aveva paura dei medici (anche perché non le abbiamo mai nascosto niente e l’abbiamo sempre preparata a tutto spiegandole che cosa sarebbe successo, come nel caso delle visite e dei vaccini ….) ora ne ha il terrore, e credo che questa paura potrebbe portarsela dietro per un po’.



 



Nel primo pomeriggio Marco è riuscito a farsi inviare l’esito degli esami via fax, anzi, nel frattempo Silvia è stata visitata nuovamente dalla pediatra che è venuta a casa nostra e ha avanzato nuovamente l’ipotesi dell’ascesso. Io devo dire che fino a quel momento non avevo ancora compreso bene in che cosa consistesse l’ascesso e la sua gravità. Di solito mi documento bene leggendo l’enciclopedia delle Garzantine oppure facendo ricerche in Internet, ma in questo caso ero documentatissima sulla mononucleosi e avevo trascurato l’ascesso. Anche perché ero davvero convinta che Silvia avesse la mononucleosi, che è una malattia infettiva che io ho avuto all’età di 18 anni. In quell’occasione ho perso un intero mese di scuola e sono stata malissimo. Dato che mi sembrava di riconoscere in Silvia alcuni dei sintomi ero sempre più convinta che si trattasse di quello.



 



Quando è arrivato l’esito degli esami è risultato evidente che mononucleosi non poteva essere. La pediatra, consultata nuovamente per telefono, ci ha detto che a quel punto ci conveniva andare in pronto soccorso. Quando siamo stati lì, per prima cosa abbiamo fatto il triage, e le infermiere ci hanno dato un codice verde perché la situazione non sembrava così grave apparentemente. Il fatto è che Silvia era sotto l’effetto del Nureflex e quindi non si lamentava più di tanto, anche la febbre era appena sopra il 37°C. Silvia inoltre fino all’esperienza in ospedale è sempre stata così brava ed obbediente, diversamente da altri bambini che si agitano più facilmente e magari non vogliono nemmeno farsi toccare dai medici, o che hanno più paura degli estranei di quanta ne abbia Silvia. Perciò le infermiere, e più tardi anche i medici, quasi stentavano a credere che Silvia stesse così male. Ho dovuto insistere, raccontando che avevamo trascorso le ultime notti quasi sveglie nonostante gli analgesici, e insistendo sul fatto che Silvia aveva molto male al collo e non riusciva girare la testa di lato né a coricarsi mettendosi supina.



 



Quando Silvia è stata visitata e i medici si sono finalmente convinti che non stavamo esagerando sulle condizioni di Silvia, l’hanno mandata a fare una radiografia al collo. In seguito a questa radiografia la diagnosi è stata inequivocabile. L’ascesso si vedeva molto bene. Quando ce l’hanno comunicato ci hanno anche informate del fatto che avrebbero dovuto ricoverare Silvia, perché l’ascesso si poteva curare con degli antibiotici, ma questi dovevano essere somministrati per endovena, cioè dovevano metterle una flebo. In seguito, se dopo alcuni giorni l’antibiotico non avesse sortito l’effetto desiderato, sarebbe stato necessari drenare l’ascesso chirurgicamente. Come ho già detto, non ero abbastanza documentata su questa cosa, e per fortuna solo dopo ho scoperto che un ascesso di quel tipo può causare anche l’asfissia.



 



Quando i medici del pronto soccorso mi hanno comunicato la notizia del ricovero e dell’eventuale intervento chirurgico, mi devono aver visto vacillare … in effetti ho trattenuto a stento le lacrime, e così forse non hanno voluto spiegarmi di più per non impressionarmi ulteriormente, dato che avevo davanti anche una lunga notte in ospedale accanto a Silvia.



 



Per fortuna ero equipaggiata di pigiamino e cambio, che avevo portato via solo per scaramanzia, non pensando che quelle cose mi sarebbero veramente servite. In realtà per me non ero equipaggiata, e così ho passato la notte in jeans e maglione abbastanza pesante, che per le temperature del reparto pediatrico sono un abbigliamento veramente inadeguato. Lasciando da parte i miei disagi che certamente erano nulla in confronto a quello che ha passato la mia piccolina, Silvia ha subito il primo shock quando le abbiamo dovuto dire che avrebbe dovuto rimanere lì in ospedale. Colpa mia, perché tante volte quando non voleva prendere una medicina o faceva qualcosa di pericoloso ei suoi giochi, l’ho spaventata con frasi del tipo: “Se non prendi la medicina  ci tocca portarci in ospedale e per darti la medicina ti devono mettere un aghetto nel braccio.” Oppure “Se ti fai male e ti rompi un braccio o una gamba ti tocca andare in ospedale e lì ti tocca stare senza la tua mamma, vuoi che ti succeda questo?” Ora, lo so che queste frasi sono diseducative, ma mettetevi nei panni di una mamma che non sa come fare per convincere la propria figlia a darle la medicina, mica le posso infilare un imbuto in bocca e incatenarla alla sedia, no? E comunque ora sono divorata dai rimorsi per averla spaventata con simili idiozie. Il punto è che anche adesso  mi tocca ricordarle quanto era spiacevole restare in ospedale per convincerla a mangiare o bere un po’ e a prendere le medicine … e naturalmente queste cose non le dico volentieri, ma è anche difficile trovare un altro sistema. Poi vi racconterò che sistema ho adottato per farle motivarla un po’ di più a prendere l’antibiotico.

Comunque, quando ho spiegato a Silvia che doveva essere ricoverata è stato un momento difficile, perché già veniva da piangere a me, perciò era ben difficile consolare lei. Poi ci hanno portate in un’altra stanza dove le infermiere le hanno infilato un aghetto sul dorso della manina. E qui Silvia non è stata buona come con il prelievo, perché questo faceva molto più male ….



 



Mi devo fermare qui nel mio racconto che è diventato lunghissimo …



 



Scriverò il seguito appena possibile.



 



Per sdrammatizzare, vi segnalo la mia sezione dedicata al Natale che trovate nel sito di Silviababy. L’ho creata prima del ricovero quindi per ora non c’è molto, ma sto già pensando a nuovi contenuti quindi tenetela d’occhio ….



 



Un abbraccio e un grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini con messaggi di supporto morale …. Grazie in particolare a tutte le amiche del gruppo di Chiacchiere Grafiche e alle amiche dei vari siti che frequento che mi hanno scritto e lasciato messaggi nella tagboard di Silviababy.

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