giovedì 27 marzo 2008

Plugboard

Ho inserito un paio di scrollable plugboards nella colonna laterale. Potete approfittarne per postare il vostro banner e farvi un po' di pubblicità. La regola principale da rispettare è questa: NON postate collegamenti a siti pornografici o con altri contenuti discutibili, no siti che incitano all'odio razziale, no siti profit. Solo blog e siti personali.

Se queste piccole plugboard non vi bastano, potete trovarne un'altra nel mio sito principale.

Sappiate che se avete anche voi una plugboard  ci sono buone probabilità che prima  poi venga anch'io a pluggare il mio banner nel vostro sito.

Chi invece fosse interessato all'affiliazione può lasciarmi un messaggio in merito, preferibilmente nei commenti (i messaggi della tagboard vanno e vengono e potrei perdermene qualcuno, è più difficile invece che non legga i commenti).

ENGLISH:

You can plug into the scrollable plugboards located in the right column. No porn sites, no racist sites, no profit sites. Family-friendly and personal sites and/or blogs only.

If these small plugboards are not enough for you, please visit my other site where you can find another (larger) one.

Please be aware that if you have a plugboard yourself I'll probably plug there at my turn sooner or later.

If you're interested in becoming an affy, just leave me a message (preferably post in the comments, tagboard posts come and go and I could possibly miss some posts,  I'm supposed not to miss comments instead ...).

sabato 22 marzo 2008

Buona Pasqua


Chi mi conosce bene sa che non sono particolarmente legata a questa festa, dato che non sono religiosa ... Ma io sono abbastanza rispettosa delle convinzioni altrui e so che per molti questo giorno ha un significato importante: perciò faccio i miei migliori auguri a tutti voi. E non fate indigestione di cioccolata ...


giovedì 20 marzo 2008

Il look conta di più dei superpoteri


Silvia: "Non ti darò mai l'utrapod!"

Silvia. "Ah sì? Allora prendi questo!"

Silvia:"Non mi hai fatto niente!"

Silvia:"Zafira, dammi l'ultrapod altrimenti io..."

Silvia:"Aisha, Bloom, Stella ..."

Io: "Ma non stavi giocando agli Ultraheroes?"

Silvia: "Sì, ma poi i Bad Seven erano diventati troppo potenti e allora ho chiamato le Winx. E poi il vestito di Paperinika non mi piace."

Sincerità

Hubby/daddy torna a casa per pranzo durante la sua pausa. Entrando sventola l'ultima copia di Topolino che è appena arrivata (in ritardo). Silvia è felice perché finalmente potrà leggere una nuova puntata della storia degli Ultraheroes.

Durante il pranzo, diciamo circa 30 minuti dopo (forse meno):

Silvia: "Mamma, quando mi leggi la storia degli Ultraheores?"

Io:"Appena il papà va al lavoro te la leggo"

Silvia:"Papi, che contenta che sono che vai al lavoro. Dai, vai".

(Se mia figlia non sa ancora usare bene i congiuntivi non è colpa mia ....N.d.R.)


mercoledì 19 marzo 2008

La festa del papà

Quand’ero piccola, i miei non avevano molti soldi. Un pomeriggio di marzo, quando avevo 5 o 6 anni mia madre ed io ci siamo recate in un negozio di dischi e abbiamo comprato un giradischi per regalarlo a mio padre che avrebbe compiuto gli anni di lì a poco (gulp, vi ho fornito ulteriori dettagli per scoprire la mia età …). Tornate a casa, mia madre ha nascosto lo scatolone (non molto grande) dietro una tenda della sala da pranzo e mi ha raccomandato di non dirlo al papà perché dovevamo fargli una sorpresa. Quando mio padre è tornato a casa per cena, io gli sono corsa incontro e finché era ancora sull’uscio ho esclamato, tutta rossa in faccia per l’eccitazione: “Papà, papà, non guardare dietro la tenda della sala da pranzo …”

Una generazione dopo la storia si ripete.

Venerdì scorso sono andata a prendere Silvia all’asilo. Era da un po’ che non andavo, essendo stata ammalata, ma quel giorno Marco (hubby) non poteva proprio farlo lui … Quando sono entrata Silvia mi ha subito mostrato il lavoretto per la festa del papà. Ho dovuto spiegare a Silvia che non era ancora il giorno della festa del papà, quindi arrivate a casa abbiamo nascosto il regalino nel suo armadio e poi ho spiegato a Silvia che non doveva dire niente al papà.  Quando Marco (hubby/daddy) è tornato a casa per cena … non è successo niente. Ma più tardi, mentre eravamo seduti a tavola, improvvisamente Silvia esclama: “Papà, lo sai non devi guardare dentro al mio armadio perché….”


Io, velocemente e sottovoce (come se hubby/daddy non avesse già mangiato la foglia): “Silvia, non parlare al papà della sua festa, è meglio che tu non la nomini neanche, perché non deve sospettare di niente …”

Lampo negli occhi di Silvia.


Hubby/daddy, che finge invece di insospettirsi: “Che cosa state confabulando voi due?”

Io:”Niente, stavamo parlando di un cartone animato.”


Marco:”Ah!”


Silvia”Eh sì!”

La cosa sembra chiusa lì. Invece, almeno dieci minuti dopo, quando  sembrava che nessuno ci pensasse più, Silvia interrompe la conversazione tra me e suo padre, guarda in faccia suo padre se ne esce dicendo:”Non devi guardare dentro al mio armadio perché dentro ci ho nascosto un dvd, ma tu non lo devi guardare perché è solo per le bambine ….”





In fondo al post, trovate due lavoretti grafici dedicati a questa ricorrenza. Sapete che in realtà io non ho molta simpatia per le festività in generale. Per questa festa non faccio nemmeno più gli auguri a mio padre (tanto compie gli anni tra pochi giorni, glieli farò in quell’occasione). Lui non ci ha mai tenuto e quando sono diventata abbastanza grande e non ho più portato a casa i lavoretti fatti a scuola, non ha più fatto mistero del fatto che la considera “la festa dei cornuti” … e con questo vi potete fare un’idea del background religioso che mi porto dietro.Mi è venuta voglia comunque di creare qualcosa a tema: al di là del significato religioso che può nascondere questa ricorrenza, trovo che l’essere genitori sia uno dei doni più belli che si possano ricevere dalla vita. Le manifestazioni di amore paterno, oltre a quello materno, sono dolci e meravigliosi spettacoli a cui è bello assistere anche quando non si è una delle parti in causa.

La festa del papà è solo un pretesto per ricordare un miracolo che si compie continuamente nelle famiglie. Penso con tristezza e immenso dolore a quelle famiglie dove il miracolo non c’è, e non mi riferisco a coloro che per una circostanza o per un’altra non hanno figli, ma a coloro che i figli ce li hanno, ma non li sanno amare. E magari li maltrattano.


Questa ricorrenza è oggi qui in Italia, ma non sono molti i paesi in cui viene celebrata il 19 marzo. In alcuni paesi anglosassoni, ad esempio, cade la terza domenica di giugno (USA, Gran Bretagna).

Se siete curiosi, qui trovate una tabella che riassume le date in cui viene celebrata questa festa nel resto del mondo.

Mi spiace, ma ultimamente non riesco proprio a mantenere il proposito dei post brevi … eccovi le tag.


In inglese, anche se alla festa del papà anglosassone manca ancora un bel po', ma cosa ci volete fare ... sapete che sono un'appassionata delle lingue straniere e l'inglese è la lingua che conosco meglio dopo l'italiano: perciò siate felici che non vi abbia rifilato una tag in tedesco, perché avrei anche potuto farlo ....

Ecco qui quella in italiano .... ^__^





lunedì 17 marzo 2008

Blog in malattia

Siamo ammalate. Mali di stagione (ma quando finisce questa stagione?). Niente di grave. Però stiamo male lo stesso. Ho cominciato io. Ora si è aggiunta anche mia figlia. Dovendo dedicarmi a lei più intensamente del solito, oltre a dover curare me stessa, penso che per un po' non avrò molto tempo per internet ... quindi mi eclisso per qualche giorno. Ci rileggiamo presto (spero). Ah, poi c'è sempre il dubbio del passaggio di gestore adsl che potrebbe tenermi lontana per un po'... ma per ora nessuna novità.

domenica 16 marzo 2008

Il muro

E pensare che a Padova se anche vuoi costruirti un muro di cartongesso prima di trovare uno che te lo faccia devi piangere in greco. Invece ora stiamo diventando famosi per questa storia dei muri.

Il fatto è che da quando Zanonato ha avuto la sua brillante idea di erigere il muro di via Anelli, i media non vedono l’ora di agganciarsi a quell’episodio e di puntare il dito … Una delle notizie del giorno, già trattata anche sui tg nazionali, è che in una scuola primaria padovana, frequentata anche da immigrati adulti che vogliono imparare l’italiano, dopo che un cingalese sembra avere scattato una foto ad un bambino, i genitori si sono allarmati e si è deciso di costruire un muro di separazione per dividere l’ingresso dei bambi da quello degli adulti (stranieri).  Io sinceramente non so cosa pensare: da un a parte sono favorevole ad i integrare gli immigrati e l’idea di doverli far sentire ancora più emarginati non mi piace molto, dall'altra come madre posso capire le preoccupazioni dei genitori, perché di questi tempi si sentono cose veramente orribili … e sinceramente se veramente ci fosse il rischio che un estraneo fotografasse mia figlia senza chiedermi prima l’autorizzazione, mi sentirei alquanto preoccupata, indipendentemente dall’etnicità dell’autore del gesto. Ma a quanto pare, l’immigrato in questione voleva solo avere una foto della scuola che stava frequentando. Se è così, forse sì, stiamo diventando un po’ paranoici. Certo che se quella scuola (che per altro non sono sicura di sapere dov’è: conosco la via Diego Valeri, ma non sono sicura di sapere dov’è la scuola) trova in fretta e furia qualcuno disposto ad erigere il muro in così poco tempo, bisogna che indaghi e trovi il modo di farmi dare il nominativo del muratore, non si sa mai …


 


Una volta, non molto tempo fa, ho cercato in rete una descrizione di Padova in inglese corredata di foto per inviarla ad un conoscente occasionale residente in Svezia. Tra le varie cose che ho trovato, mi sono imbattuta in un articolo in inglese della wikipedia che parlava proprio di The via Anelli wall … abbiamo un patrimonio artistico e storico invidiabile in questa città, abbiamo tante cose per cui essere ricordati, eppure la cosa per cui siamo diventati famosi nel mondo sembra essere la storia del muro. Che tristezza.

venerdì 14 marzo 2008

Una nuova tag

Avevate paura che non graficassi più? In realtà come ho detto in un commento al mio post precedente, sto graficando tantissimo in questo periodo, ma per un progetto destinato alla famiglia e non al web. Ma ne sto traendo il massimo godimento, perché almeno faccio quello che mi piace. Sarebbe bello se tutti giorni ciascuno di noi potesse fare ciò che gli piace. A volte invece bisogna rinunciare a tante cose…



Oggi comunque mi sono anche cimentata nell’esecuzione di un tutorial (un tutorial tradotto da Pinuccia, tanto per fare una cosa nuova). Ritengo che, anche se ormai riesco a pasticciare per conto mio, sia sempre utile fare i tutorial perché si imparano cose nuove e se immagazzinano spunti per ispirazioni future. Ecco che cosa è uscito dalla mia piccola esercitazione di oggi.





E ora credete che visto che messo online la mia bella tag il post sia chiuso qui e non abbia più voglia di scrivere altro?



Invece mi riallaccio al post precedente e in particolare al commento lasciato da Zidora (non voglio commentare lì, perché poi magari non viene letto). Alcuni pensano che la lettura dei fumetti non sia abbastanza impegnativa e che non sia degna di essere considerata una vera lettura. Zidora invece sostiene che i fumetti aiutano a alimentare la passione per i libri ed io sono d’accordo con lei. Certo, fra le mie letture non c’è solo Topolino. Leggo anche romanzi ed altre cose. E stimolo mia figlia ad interessarsi ai libri in generale, anche se non contengono solo immagini (non sa ancora leggere ma ascolta con attenzione quello che le viene letto).

Ma trovo che leggere i fumetti sia comunque uno strumento per aprirsi la mente. Molti fumetti non sono un semplice svago, offrono pretesti per leggere ancora e non solo altri fumetti ma anche testi più complessi. Tra l’altro, molte storie famose di Topolino sono parodie di testi classici. Altri fumetti si ricollegano, magari in modo critico e con ironia, a fatti di attualità. Il fumetto può essere uno strumento per far conoscere ai giovani argomenti che altrimenti potrebbero risultare un po’ pesanti se insegnati con i mezzi tradizionali: ci sono molti libri per ragazzi a sfondo didattico che utilizzano la forma del fumetto come espressione.



 



Avrei ancora tante cose da dire ma siccome mi sono riproposta di scrivere post più brevi (e meno noiosi?), per ora chiudo qui. Alla prossima e buon weekend.

mercoledì 12 marzo 2008

I fumetti ed io ...

In un blog dove sono capitata per caso, saltando da un link all'altro, ho trovato una concisa, interessante inchiesta sui fumetti. In pratica si chiede ai frequentatori del blog se hanno mai letto dei fumetti e quale impatto abbiano avuto nella loro vita. Mi riallaccio a questa piccola inchiesta per aprire questo post.

Ho imparato a leggere prima di cominciare a frequentare la scuola, quando avevo 5 anni (anzi, scrivevo già a 4) e i miei libri di testo sono stati i Topolini. Il primo giorno di prima elementare la maestra ha chiesto se tra di noi c'era qualcuno che sapesse già leggere (e scrivere), a me non è parso vero di poter alzare la mano (l'unica della mia classe!) ed essere invitata ad alzarmi, andare vicino alla cattedra e raccontare a tutti come avevo imparato. Peccato che quando ho detto che avevo imparato leggendo Topolino, tutti i miei compagni sono scoppiati a ridere crepapelle e mi hanno presa in giro ... è stata una delle esperienze più umilianti della mia infanzia e forse della mia vita dato, che me la ricordo ancora adesso.


L'episodio si è sviluppato in seguito in un'ulteriore umiliazione, quando, nel corso della stessa mattina, la maestra, dopo aver letto in classe un racconto di Esopo (Il leone e il topo, me lo ricordo ancora), ci ha ordinato di fare un disegno sul nostro quaderno per illustrare il racconto, poi ha scritto alla lavagna, in corsivo, il titolo della storia e ci ha invitati a copiare quanto aveva scritto. Per facilitarci il compito è anche passata di banco in banco e ha tracciato sui nostri bei quaderni a quadretti una striscia gialla in cima alla pagina del disegno: copiando il testo, noi dovevamo rimanere all'interno della striscia. Io sono partita con la prima lettera della frase a sinistra del foglio e sono finita nel punto diametralmente opposto, in basso a destra. Questo ha prodotto un'ulteriore figuraccia di fronte ai miei compagni e altre avvilenti risate da parte loro. Proprio io che mi ero appena vantata davanti a tutti di essere l'unica della classe che sapeva leggere e scrivere, ora venivo corretta dalla maestra perché avevo sbagliato.


Nonostante il ricordo di questa mortificazione, legata in qualche modo ai miei primi contatti col mondo dei fumetti, ho continuato a leggere Topolino per il resto della mia vita. Per alcuni periodi ho smesso di comprarlo (non di leggerlo). Lo leggo tutt'ora, in particolare ho cominciato a leggerlo a mia figlia, che ha 5 anni e mezzo, praticamente l'età che avevo io quando ho imparato a leggere. Lei riesce a leggere solo poche parole, non frasi per intero, ma meglio così, io non insisto: se lei lo desidera e le viene spontaneo può leggere e scrivere finché vuole, non sarò certo io a frenarla, anzi, la incoraggio, ma senza insistenza. Dicono che per i metodi didattici attualmente in vigore, sia meglio se il bambino approda alla scuola primaria (che ai miei tempi era la scuola elementare) come una specie di tabula rasa. Gli insegnanti preferiscono partire da zero.

Tornando a Topolino, abbiamo finalmente sottoscritto l'abbonamento, aspettiamo con ansia il giorno in cui fa la sua apparizione nella cassetta delle lettere, attualmente, in particolare, ci stiamo godendo la storia a puntate degli Ultraheroes. Ho iniziato a leggere a Silvia le storie di Topolino, quando ho giudicato che fosse abbastanza grande per cominciare a capirle (molte hanno contenuti e riferimenti a concetti del mondo attuale, che per una bambina di 5 anni possono essere difficili da comprendere o persino noiosi) anche perché cominciavo ad essere stufa dei giornalini delle principesse .... (anche Cip e Ciop, a dire il vero, avevano stufato). Poi questi giornalini pensati per i più piccoli sono un furto, perché hanno poche pagine, pochissimi contenuti, pochissime e brevissime storie, ma in compenso costano un capitale. Chiusa parentesi.


In un certo senso mi sembra di aver imparato a conoscere i fumetti da quando sono nata, perché probabilmente è un fatto ereditario, anche mio padre è stato un grande lettore di Topolini, anche se lui è molto critico nei confronti delle storie che sono state scritte e disegnate diciamo negli ultimi 60 anni, ma lui è così anche per quanto riguarda tutto il resto, non solo i fumetti e tra l’altro si ostina ancora a scrivere e parlare come se fosse un personaggio uscito dai Promessi Sposi. Comunque, è riuscito a trasmettermi la passione per i fumetti dalla mia prima infanzia.

Tuttavia, non ci sono stati solo i Topolini nella mia vita. Da piccola leggevo anche il Corriere dei Piccoli, i vari giornalini di Braccio di Ferro, Tiramolla, Soldino  e simili ... esistono ancora? Qualcuno se li ricorda? Sempre da bambina, ho letto tantissimi Topolini che erano appartenuti a mio padre e ai suoi fratelli, con le prime storie di Topolino. Quando è comparsa qualche settimana fa su Topolino una storia che riproponeva il personaggio della spia poeta, un personaggio creato molte decine di anni fa, io me lo ricordavo! Poi avevo (e mio padre conserva ancora) gli albi d'oro di Topolino: in molte storie Topolino è ancora in pantaloni corti, Minni indossa un gonnellino a pois e ha ciglia lunghissime, Pippo indossa solo una giacchettina corta e niente pantaloni e Paperino è più snello e ha un becco lunghissimo. Quelle storie, rimangono per me, ancora adesso tra le più belle mai lette.

A volte mi nascondevo nella soffitta di mia nonna e passavo ore a leggere i giornalini che trovavo lì. Non erano solo giornalini della Disney, ma giornalini di fantascienza di cui non riesco a ricordare il nome, e poi qualche Tex, Diabolik e i giornalini di CoccoBill. Questi ultimi non mi appassionavano particolarmente, ma tale era la mia passione per i fumetti che me li facevo andar bene.

Dalle medie in poi ho avuto non so quanti diari di Linus e un'amica che aveva quello di Mafalda. In seguito, quando il diario ormai non mi serviva più, ho acquistato libri con strisce appunto dei Peanuts e di Mafalda di Quino. Ho avuto un periodo dedicato a Lupo Alberto e Cattivik. Benché non sia più anagraficamente una ragazzina (solo anagraficamente) ho acquistato per diversi anni PK e il giornalino delle W.I.T.C.H. (infatti per un po' mi sono ritenuta personalmente offesa perché sono state superate n popolarità dalle Winx, ma avendo una bambina di 5 anni alla fine ho dovuto mettermela via). Ho persino acquistato per qualche mese Monster Allergy. 


E poi ce ne sono tanti altri, l'elenco potrebbe continuare.

Ma Topolino resta la mia lettura preferita, quella che ha significato di più anche nel mio immaginario. 


Preferisco le storie lunghe alle strisce, ma le strisce, lette tutte d'un fiato, possono diventare una lettura compulsiva (volevo scrivere addictive, ma dato che passo il tempo a lamentarmi dell'abuso che si fa della lingua inglese quando si potebbe usare l'italiano, ho rimediato così ...).


I personaggi che non sopporto, ma proprio non sopporto, sono Paperoga, Sgrizzo, Dinamite Bla.

I personaggi più simpatici o le cui storie mi piacciono di più sono invece Paperino, Paperinik e Paperone, sì, anche lui....e poi Paperino Paperotto, una trovata degli ultimi anni, mi fa impazzire. Adoro le sue storie. E poi Brigitta. E infine non solo paperopolesi, anche se avrete notato, sono tra i miei prediletti, ma anche Indiana Pipps, Gambadilegno, Manetta, Rock Sassi.


Ho anche un disegnatore preferito: Giorgio Cavazzano, impazzisco per i suoi disegni.


Uno che invece non mi piace molto è Sergio Asteriti. E' un disegnatore storico, ma il suo stile non mi piace e mi sento quasi in dovere di scusarmi per questo, dato che stiamo parlando di uno dei disegnatori storici e più anziani del mondo di Topolino, ma purtroppo i suoi disegni non mi piacciono proprio, a volte rinuncio persino a leggere una storia se è disegnata da lui. Non riesco a godermela, non riesco a seguirla, il modo in cui riempie la pagina con quelle figure che a me sembrano in realtà quasi deformi mi impedisce di concentrarmi sulla trama.


Non ho una storia preferita in assoluto e sarebbe difficile ricordare tutti i titoli. Ma come ho già detto, ancora oggi penso che alcune delle storie che ho amato di più siano state quelle classiche raccolte negli albi d'oro di Topolino.


Per chi volesse partecipare all'inchiesta nel bog sopraccitato può cliccare qui.


Avevo detto ieri che il prossimo post sarebbe stato breve....gulp!

Btw, Libero non ci ha ancora staccati, stiamo sempre aspettando (vedi mio post di ieri).

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