martedì 7 giugno 2011

Educazione sessuale

Di solito evito di far vedere a Silvia  programmi per adulti, perché non si sa mai che cosa potrebbe saltare fuori, ma a volte qualcosa scappa inavvertitamente. L'altro giorno stavo facendo un po' di zapping su Sky Cinema, era sabato e ora di pranzo e così marito ed io avevamo voglia di guardare qualcosa che ci rilassasse, dato che avevamo avuto una mattinata piuttosto faticosa.

Cambiando da un canale all'altro sono inciampata in una scena di un film che mi sarebbe piaciuto rivedere, anche se lo conosco quasi a memoria, non fosse stato che appunto era una delle scene meno adatte ... si trattava di Dirty Dancing, in assoluto uno dei miei film preferiti. ma la scena in questione non era di danza, bensì quella in cui Patrick Swayze sguscia fuori dal letto dove è stato assieme a Baby. Anche se non si vede molto sono entrambi inequivocabilmente nudi, cosa che a Silvia non è sfuggita, nonostante io abbia rapidamente cambiato canale.

Così mia figlia ha chiesto:

"Non capisco, ma perché certa gente va a letto senza il pigiama?"

"Ehm .... eh, se lo saranno tolto perché lì fa molto caldo ...." mi sono affrettata a rispondere io.

"Ma anche perché si sono tolti anche le mutande? Anche qui fa caldo, ma noi ce le teniamo ...."

"Ma noi abbiamo l'aria condizionata ... loro evidentemente non ce l'hanno." ha aggiunto subito suo padre. Fiuuu, che prontezza di spirito.

Devo decidermi a comprare un libro di educazione sessuale che avevo visto un po' di tempo fa. Da quella volta della mantide religiosa (di cui avevo parlato qua, nel vecchio blog), non ho più provveduto. Mi pare proprio che sia ora.

lunedì 6 giugno 2011

La nostra domenica

Questo è il primo post ufficiale del nuovo blog, dopo quelli puramente di servizio.

Ieri, domenica, era la giornata nazionale dello sport. Anche a Padova è stata celebrata, anzi, l'evento è durato per ben 3 giorni e ieri mattina c'è stato il solito appuntamento annuale con il Minivolley in Prato della Valle (so che in contemporanea doveva esserci anche il Minibasket, ma non sono riuscita a vederlo, doveva essere dalla parte opposta di dove eravamo noi): le società sportive di tutta la provincia hanno portato le loro squadre in Prato a giocare, è stato un megaconcentramento.

Abbiamo partecipato anche noi, ma confesso che non avevamo moltissima voglia di andare. Io sono un po' esaurita ultimamente, con tutti questi impegni, sportivi, scolastici e via dicendo. Ok, un po' me li sono andati a cercare. Probabilmente li vivrei meglio se non fosse per mio marito che non sta bene (prima o vi racconterò anche perché è proprio a causa dell'esigenza di parlarne che ho deciso di riprendere a postare).

Nemmeno Silvia in realtà moriva dalla voglia di partecipare all'ultimo concentramento, soprattutto non aveva voglia di alzarsi presto: dovevamo essere in Prato per le 8 e mezza, il che voleva dire alzarsi alle 7 come per andare a scuola! Concentramenti, così si chiamano i tornei di minivolley, per chi non lo sapesse (non un gran bel nome, lo so). Così, dato che Silvia da due anni oltre alla pallavolo fa anche danza moderna (modern jazz ad essere precisi: che cosa sia esattamente devo ancora capirlo, però è divertente), sabato sera le ho suggerito di fare la danza della pioggia: "Non te l'ha insegnata il tuo maestro di danza?" "No, mamma, però so fare la danza del ventre ..." Questa poi ... " E dove l'hai imparata?" "L'ho vista una volta alla TV". Devo controllare meglio che cosa guarda mia figlia ... e sì che le faccio vedere pochissima tele.

Comunque Silvia ha improvvisato una danza della pioggia inventata da lei. Ha funzionato poco. Al mattino c'erano sì un po' di pozzanghere sulla pavimentazione dietro ai garage della palazzina di fronte alla nostra, ma il cielo non era abbastanza minaccioso da far pensare a una pioggia imminente, così ci è toccato andare. E se all'inizio è stata una mattinata piuttosto ventilata, dopo un po' eravamo in un bagno di sudore e il sole batteva piuttosto forte.

Al marito girava la testa così, come da programma, è andato ad aspettarci a casa dei miei, che abitano in centro, anche se loro in realtà non c'erano, erano al mare, ma tanto lui si era portato le chiavi. A Silvia ho messo un po' di crema solare e aveva anche la bandana della società che le riparava la testa. Ma mi sono dimenticata di provvedere a proteggere me stessa e si vede che  mi sono letteralmente cotta a puntino perché poi al pomeriggio ero ridotta a uno straccio, con l'emicrania e persino un po' di febbre (oggi però sto meglio).

Il concentramento è terminato piuttosto tardi (gli altri anni mi pareva che finisse prima: questa per noi è stata la terza volta). Così era più o meno mezzogiorno quando ci siamo incamminate per andare a piedi a casa die miei. A metà strada siamo passate davanti a Grom e abbiamo deciso di prenderci un gelato, tanto chissà quando saremmo riuscite ad arrivare a casa e mangiare. Il marito che avevo allertato al telefono quando ci siamo avviate, ci ha incontrate poco dopo e colte in flagrante col cono gelato in mano ... fatti pochi passi abbiamo incontrato anche il maestro di storia, informatica e motoria di Silvia, a spasso col cane e con i suoi due figli: anche lui ci ha colto in flagrante, ma ci ha detto che avevano appena mangiato un gelato anche loro e questo ci ha fatto sentire meno in colpa.


Tra una cosa e l'altra siamo arrivate a casa alle 13 inoltrate, abbiamo finito di mangiare alle 2 e mezza. Al pomeriggio poi ci siamo tutti spaparanzati sul divano e abbiamo guardato l'ultimo Harry Potter (finalmente, era ora: adesso non ci resta che aspettare il 13 luglio per sapere come andrà a finire, dato che io non ho letto neanche uno dei libri della Rowling).


Stasera c'è la pizza di classe, forse incontreremo alcune maestre. Alcune di loro l'anno prossimo saranno trasferite, quindi sarà un'occasione per salutarle. Sono contenta della pizzata, anche se mi sento molto stanca e confesso che una parte di me pregusta già il termine della serata.

Ci rivediamo da un'altra parte


Gli ultimi mesi sono stati molto difficili e continuano ad esserlo, per vari motivi, tra cui la salute di mio marito. Molto spesso mi sono mancati tempo e voglia di scrivere. Scribacchiare qualche post su facebook si è rivelato più rapido e meno impegnativo. A volte però mi è tornata la voglia di condividere qualcosa di più della mia vita (anche perché sento la necessità di parlare di tutto quello che sta succedendo a me e alla mia famiglia), ma quando ci ho provato splinder (oppure il mio computer, chissà, non ho capito bene) mi ha reso le cose ancora più difficili. Ho rimuginato a lungo sulla decisione di trasferirmi su un'altra piattaformna e adesso che ho un attimo di tempo sto facendo questo tentativo. Ho già provato a scrivere un post di là e funziona. Se ora riesco a pubblicare anche questo post, vi dò l'indirizzo dell'altro blog:



http://eligraphix.blogspot.com/

Avevo aperto questo blog tanto tempo fa, just in case ... non lo utilizzavo, ma ora mi torna utile. Per il momento dunque potete trovarmi là. Non voglio dire che sto abbandonando splinder definitivamente. Se un giorno riuscissi a superare i miei problemi di pubblicazione su splinder, potrei ritornare anche qui, chi lo sa. Per ora so che non c'è gusto a scrivere se ti ci vogliono 2 giorni a pubblicare quello che pensi e quando finalmente ci riesci stai già èpensando ad altro. Perciò per ora mi trovate là. Arrivederci ....

Ecco fatto

Ho lasciato scritto di là su splinder, dove chissà se c'è ancora qualcuno che mi segue o che si ricorda di me, che mi trasferisco qui. Perciò per ora il cambiamento è stabile (forse non definitivo ... l'altro blog non lo chiudo, ma d'ora in poi scriverò qui: ma lasciandomi aperta una possibilità: se dovessi saltarmi in mente lo sghiribizzo di ritornare di là o di continuare ad usare anche quello spazio, potrei continuare a farlo, why not).

Trasferimento?

Sto pensando di trasferirmi qui su blogspot dato che sul mio vecchio blog di splinder ultimamente ho parecchie difficoltà a pubblicare. Ho scritto pochissimi post negli ultimi mesi e quei pochi che ho scritto sono riuscita a pubblicarli solo dopo un'infinità di tentativi andati a vuoto e tante maledizioni virtuali ... (un po' per colpa di splinder e forse un po' per colpa della connessione wireless). In attesa di una decisione definitiva (che potrebbe aver luogo nei prossimi minuti come nei prossimi giorni o mesi) pubblico questo post di prova. A presto, chissà ...

giovedì 7 aprile 2011

Il "non studio" e lo "stress da studio"


Sto leggendo questo saggio che si intitola “Togliamo il disturbo” di Paola Mastrocola. Sottotitolo: “Saggio sulla libertà di non studiare”. Già questo è tutto un programma. Paola Mastrocola è un’insegnante di lettere di un liceo di Chieri e il suo libro descrive un quadro apocalittico della situazione media degli studenti delle superiori. In poche parole dice chiaramente che gli studenti di oggi non hanno voglia di studiare, preferiscono fare altro (a partire dai giri in motorino al chattare su facebook passando per tante altre variabili), non sono in grado di scrivere perché mancano loro le basi anche più elementari della grammatica (non parliamo nemmeno dell’ortografia, ma tanto a che serve conoscere l’ortografia se ormai si scrive quasi esclusivamente con il pc dove esiste il correttore ortografico che ci risparmia la fatica), quelle basi che avrebbero appunto dovuto ricevere nel corso degli 8 anni di scuola precedenti le superiori, quindi non sono in grado di formulare pensieri o idee sui testi che leggono, anzi, apparentemente non sono nemmeno in grado di comprendere questi testi perché oltretutto manca loro un’educazione alla lettura (i ragazzi di oggi preferiscono altro alla lettura, "al massimo leggono i libri dei vampiri”, per citare testualmente). Solo pochi studenti emergono da questa massa informe e si distinguono dagli altri.

Da quanto leggo questo saggio ha ricevuto molte critiche di persone (genitori scettici, professori che vantano esperienze diverse, forse ex adolescenti che non si riconoscono nella descrizione) che non la pensano come la Mastrocola. In effetti lei stessa lo dichiara subito: in molti non la pensano come lei e hanno una visione diversa della situazione. Ed io, che a dire il vero per ora ho letto solo pochi capitoli, resto allibita, ma allibita dalla paura che tutto ciò che la Mastrocola dice possa essere vero. In realtà nemmeno io ho un passato da studentessa modello. Non passavo tutto il giorno china sui libri, molto spesso disertavo i miei doveri di studentessa, mi sono presa il mio bel malloppo di insufficienze e sono stata rimandata a settembre, però credo di non essere mai arrivata ai livelli descritti dall Mastrocola. Se non altro mi piaceva davvero leggere e anche libri di letteratura  (anche se da adulta i "libri dei vampiri" li ho letti anch'io! Non li ho apprezzati fino infondo però.) e in qualche modo l’ortografia l’ho imparata, tant’è che mi rifiuto ancora di utilizzare abbreviazioni da chat e da sms. Sono però terrorizzata dall'idea che Silvia un giorno possa far parte di questa schiera di non studianti, così come li definisce la Mastrocola.

Così, l'altro giorno doveva studiare l'homo sapiens. Anzi, ad esser più precisi, l'homo sapiens sapiens. Ed io l'ho stressata fino allo stremo perché volevo che mi ripetesse tutto quanto da sola, senza l'imbeccata da parte mia (abbiamo finito verso le 9 di sera!). "Fa finta che io non sappia nulla di questo argomento e che tu debba spiegarmi tutto dal principio. E senza errori o esitazioni o altrimenti ti faccio ricominciare da capo." "Ma il maestro ci fa le domande e si accontenta se rispondiamo a quelle ...." afferma lei. "Non importa" ribatto io. "Intanto, anche alle domande rispondi con poco più che monosillabi, ti interrompi continuamente, ti distrai e le cose te le devo tirare fuori io con le pinze .... e poi sia il maestro di storia che le altre maestre ai colloqui individuali e alle riunioni ci hanno detto che dovete cominciare ad impare ad organizzarvi un discorso. E questo non ti serve solo per la terza elementare, ma è una cosa che devi imparare a fare perché ti servirà anche più avanti ..." "E Silvia, annoiata, mi interrompe: "Sì, lo so, alle medie ... alle superiori ..." "Ma non solo: anche nella vita, nel mondo del lavoro, ti servirà essere in grado di fare un'esposizione di fatti e concetti e bisogna cominciare fin da adesso ad imparare a farlo ...."

Mio marito è d'accordo con me, ma pensa anche che io sia un po' esaurita. Solo un po'? In realtà sono molto esaurita. E consapevole di esserlo. Sto contanto i giorni fino a quando terminerà questo anno scolastico. Ho bisogno di riposo. Quest'anno è stato più che mai difficile. Intanto abbiamo capito che 2 attività sportive sono improponibili. Ma ormai le abbiamo cominciate e cerchiamo di portarle a termine. Ci facciamo almeno un pianto a settimana per lo stress (cioè se li fa
Silvia, ma tante volte vorrei piangere anch'io), perché passiamo tutto il tempo libero (cioè non occupato da impegni sportivi) a studiare, a volte ci ritroviamo a studiare anche di sera, anche dopo le 9 e non ne possiamo più, né l'una né l'altra (e noi genitori ci chiediamo se tutto questo è normale in terza elementare). Non abbiamo più tempo per fare altro, una volta riuscivamo a ritagliarci del tempo per fare cose banali e rilassanti come giocare con la plastilina o la pasta di sale, dipingere, cuocere i biscotti, adesso cose così non le facciamo più, non c'è neanche più tempo per vedere gli amichetti, perché sono tutti impegnatissimi anche loro e i nostri orari non coincidono.

Dipende da noi che non riusciamo ad organizzarci o dipende anche da altri? Dagli insegnanti magari? Non è così inverosimile: non sono l'unica mamma che si lamenta dei compiti e dello stress della propria figlia. I bambini stanno ad esempio a casa 2 giorni per le vacanze di Carnevale e si ritrovano una marea di compiti da fare, sicché si finisce per passare non solo i pomeriggi, ma anche le mattine a studiare, anziché andare a divertirsi... ma le vacanze non dovevano essere concepite per riposare?



 



E poi ci sono le verifiche ... ma questi insegnanti non ce l'hanno un registro dove scrivere il programma delle verifiche, in modo tale di non mettere 5 verifiche di 5 diverse materie tutte nella stessa settimana e magari non 2 nello stesso giorno? Non si possono coordinare  un po' tra di loro, anche nell'assegnazione dei compiti?  Quando  andavo a scuola io avevo un'unica maestra. Era comprensiva nel gestire la situazione e se ci dava tanti compiti di matematica per il giorno dopo, magari  non ce ne dava altrettanti  di  italiano. Insomma,  riusciva a diluire un po' la mole totale dei compiti, eppure, se alle  superiori ero un po' lavativa, alle elementari non lo ero e prendevo ottimi voti, questo significa che dire che studiavo. E poi facevo tutto da sola, mia mamma non doveva stare lì a controllare tutto quello che facevo. Certo, sono stata seguita, i miei genitori non si dimenticavano di me ed esercitavano un controllo, ma dai miei ricordi e anche a detta di mia mamma, io mi arrangiavo molto di più rispetto a mia figlia.

Però, ho anche presente un altro passo del libro della Mastrocola in cui si parla di una sua amica che lei un pomeriggio va a trovare e che trova indaffarata a "far studiare" la figlia adolescente. Naturalmente, viene messa in risalto l'assurdità di questa situazione. Anche questo capitolo ha colpito nel segno. Infatti, mi terrorizza l'idea di dover continuare così per altri 10 anni... di dover continuare a lavorare io per Silvia.

A parte che probabilmente prima o poi non credo che sarò più in grado di farlo. Insomma, per ora riesco ancora a seguirla con la matematica, ma arriverà il momento in cui non ne sarò più capace. Ad esempio, chi se la ricorda più la formula per la radice quadrata o quella per risolvere le equazioni di secondo grado? Non so mia figlia un giorno dovrà studiare latino, ma a parte la declinazione di rosa rosae
e il paradigma di fero, non mi ricordo molto altro. Non parliamo, poi, del greco.

Ci sono genitori che affrontano già da adesso queste difficoltà.
Con l'inglese, ad esempio. Alcuni di loro non l'hanno studiato (perché per la nostra generazione non era obbligatorio), o semplicemente non l'hanno imparato nonostante lo studio o l'hanno dimenticato. Io sono avvantaggiata perché l'inglese lo conosco bene e non solo a livello lessicale, ma anche morfologico e sintattico e ad esempio sono in grado di spiegare  a mia figlia perché si usa una forma verbale piuttosto che un'altra o cose del genere (e in certe occasioni ho verificato di saperne anche di più della maestra!) e se un giorno mia figlia dovesse studiare il tedesco (cosa possibile, dato che per ora è la seconda lingua che viene insegnata nella scuola media del mio quartiere), sarei in grado di assisterla anche con quella, ma posso già immaginare le difficoltà che potrebbero avere molti altri genitori (per non dire che non tutti hanno a disposizione il tempo che ho io, ci sono genitori che tornano a casa troppo tardi per potersi occupare dei compiti dei figli).



 Il punto è che gli alunni dovrebbero essere messi in grado di essere autonomi nello studio, invece molte (il più delle?) volte non lo sono. Colpa di chi? Della loro stessa pigrizia? Forse e molto spesso probabilmente è così. Dei genitori che non tagliano il cordone ombelicale che li lega ai figli e li abituano ad essere serviti in tutto, anche nei compiti? Certo, anche questa spiegazione funziona e io stessa mi sento in parte colpevole in questo senso. Oppure, colpa degli insegnanti? Purtroppo, funziona anche questa teoria. Alcune volte è anche colpa loro. Comunque, mio marito me lo ripete spesso. Non devo abituare troppo mia figlia a fare conto su di me per fare i compiti, altrimenti si sentirà sempre insicura se non ha accanto la mamma (o il papà) che la aiuta. Ha tremendamente ragione.

Mentre ero qua a scrivere lamentandomi dello stress da studio (che oltretutto in questo momento non è l'unica fionte di stress nella mia vita) Silvia era a scuola senza insegnante di inglese e scienze, con una supplente occasionale che fortunatamente non ha dato loro compiti ... e nelle ore di supplenza Silvia è riuscita anche a portarsi avanti con i compiti di italiano, così non deve fare nemmeno quelli (che sarebbero stati per lunedì). Che fortuna! Così potremo riposarci per una volta! Ma doveva proprio ammalarsi un'insegnante (o comunque essere assente, non sappiamo se per malattia) per poterci godere (entrambe) un po' di meritato riposo?

 

mercoledì 3 novembre 2010



Stamattina appaena alzata quando vado in bagno la prima cosa che faccio è tirare su la persiana e controllare fuori dalla finestra. Tutto a posto. Le macchine nel parcheggio dietro a casa nostra sono ancora lì. Non stanno galleggiando chissà dove. E questo è già un buon segno. Mentre sono in bagno sento la sirena di un'ambulanza. La strada che dal centro porta verso casa mia è molto, molto trafficata ed è all'ordine del giorno sentire sirene di ambulanze o polizia, ma stavolta è diverso. Il canale che separa il mio comune da quello di Padova è a rischio esondazione già da 2 giorni e così anche il Bacchiglione, il nostro fiume.



Ieri mattina avevano chiuso il ponte sul canale ed era impossibile passare. Nel pomeriggio l'hanno riaperto e il marito si è arrischiato ad andare al lavoro, ma la mattina l'ha passata a casa. Anche le scuole del mio comune sono chiuse, già da ieri. Il sindaco aveva emesso un'ordinanza di cui io però non ero al corrente. Abbiamo trascorso la giornata del 1° novembre a casa dei miei (che abitano in centro), non abbiamo guardato la tv, solo mio padre l'ha guardata e ci ha comunicato che Vicenza era già andata sotto acqua. Tornando a casa alle 10 di sera siamo passati ignari sopra il ponte. Non ci siamo accorti che il livello del canale si era alzato pericolosamente o forse a quell'ora la situazione non era ancora così preoccupante.



Durante la notte la è cambiato qualcosa. Al mattino c'era già l'ordinanza del sindaco che comunicava la chiusura delle scuole, ma noi, disinformati cronici, non ne sapevamo nulla. La rappresentante di classe ci ha inviato un SMS alle 8.45, ma noi eravamo talmente presi a preparaci che non ce ne siamo accorti (anche se per una volta il mio telefonino era già acceso). Dato che pioveva tanto, il marito ha portato Silvia a scuola in macchina (in realtà andiamo quasi sempre a piedi perché si tratta di un percorso di un paio di centinaia di metri, non vale davvero la pena di farlo in macchina se il tempo atmosferico non è catastrofico), ma arrivando lì ha scoperto che tutte le scuole erano chiuse (abbiamo elementari, medie e superiori) e il nonno vigile che di solito fa attraversare i bambini e che comunque si era presentato per svolgere il suo compito ha detto ai pochi studenti presenti di tornare a casa.



Marco è rientrato in casa da solo, lasciando Silvia sull pianterottolo. Io non mi sono stupita di nulla, nel vederlo rientrare senza di lei, perché ancora ignoravo la situazione. Dopo qualche minuto hanno suonato il campanello ed io , ancora in pigiama, sono andata a guardare dallo spioncino della porta, ma nella penombra del pianerottolo non vedevo bene chi c'era dall'altra parte, mi sembrava uno gnomo, ma quello gnomo aveva un'aria familiare ... ho aperto la porta e mi sono ritrovata mia figlia davanti che rideva felice. Per un attimo ho pensato che ci fossimo dimenticati di qualche sciopero della scuola (ce ne sono stati 3 dall'inizio dell'anno scolastico, ma sarebbe stato egualmente strano perché nella nostra scuola non aderiscono mai) ma il mio cervello ha avuto comunque un attimo di defaillance perché, sciopero oppure no, non riuscivo a capire come Silvia fosse arrivata fin lì da sola. Poi Silvia e il marito mi hanno spiegato cche cos'era successo.



Il marito, senza sapere com'era esattamente la situazione, è uscito comunque per raggiungere il suo ufficio (lui solitamente va in ufficio per le 9), ma dopo qualche minuto l'abbiamo visto rientrare. Gli è bastato incontrare un paio di vicine di casa che l'hanno aggiornato informandolo che i ponti erano chiusi e che non c'era modo di arrivare a Padova.



Durante tutto l'arco della giornata abbiamo seguito bollettini di guerra sul sito del Mattino di Padova, su quello dell'Arpav e su quello de nostro comune di residenza, ma per sapere se la scuole sarebbero rimaste chiuse anche oggi abbiamo dovuto aspettare fino a stamattina. Da noi la situazione è, tutto sommato, abbastanza tranquilla, ma ci sono comuni dove l'acqua è tracimata, hanno dovuto evacuare diverse zone e abitazioni, ci sono stati milioni di danni alle colture e agli edifici, ieri è venuto qui a Padova anche Bertolaso per valutare l'andamento delle cose, insomma, un vero disastro (e nel resto del Veneto, bisogna dirlo, non va molto meglio).



Adesso in realtà qui piove pochissimo (ieri per un po' era persino uscito un po' di sole), ma la situazione è grave anche per le piogge che ci sono state nei giorni scorsi e per l'acqua caduta a monte e le nevi che si sono sciolte in montagna e che hanno ingrossato i fiumi.



Come dicevo, stamattina dopo essere stata in bagno appena alzata sono andata in soggiorno, ho acceso il pc e ho controllato il sito del mio comune e ho appurato che le scuole sarebbero rimaste chiuse anche oggi. Comunque stavolta mi sono ricordata di tenere sotto controllo il telefonino e alle 7:40 è arrivato il messaggio della rappresentante di classe che confermava la chiusura. I ponti che ci riguardano più da vicino sono apparentemente aperti, ma la situazione sembra restare ancora critica.



Il marito è andato al lavoro, ma fra poco dovrà già tornare perché ha un appuntamento dal dentista qui vicino a casa. Dato che non doveva andare a scuola, ho lasciato dormire Silvia fino a tardi. Alle 9 si è alzata da sola, è arrivata in salotto, ha controllato l'orologio del decoder e ha esclamato:"Ma lo sapete che ore sono?" Meno male, un po' di senso di responsabilità ce l'ha. E' contenta di stare a casa, ma domani spera di andare perché dice che domani ci sono le sue materie preferite (che quest'anno sembrano essere inglese, informatica, italiano...). Io stamattina alle 9 avrei dovuto andare in palestra a fare ginnastica, ma dato che Silvia dormiva e mi dispiaceva svegliarla ho deciso di saltare per una volta.




Questa qui sotto è una foto di ieri mattina (trovata nel web) del ponte vicino a casa mia. Tutto sommato è una delle immagini meno inquietanti che riguardano il terrritorio di Padava negli ultimi due giorni, quini immaginatevi le altre ...



 



Che paura ...

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