mercoledì 3 novembre 2010



Stamattina appaena alzata quando vado in bagno la prima cosa che faccio è tirare su la persiana e controllare fuori dalla finestra. Tutto a posto. Le macchine nel parcheggio dietro a casa nostra sono ancora lì. Non stanno galleggiando chissà dove. E questo è già un buon segno. Mentre sono in bagno sento la sirena di un'ambulanza. La strada che dal centro porta verso casa mia è molto, molto trafficata ed è all'ordine del giorno sentire sirene di ambulanze o polizia, ma stavolta è diverso. Il canale che separa il mio comune da quello di Padova è a rischio esondazione già da 2 giorni e così anche il Bacchiglione, il nostro fiume.



Ieri mattina avevano chiuso il ponte sul canale ed era impossibile passare. Nel pomeriggio l'hanno riaperto e il marito si è arrischiato ad andare al lavoro, ma la mattina l'ha passata a casa. Anche le scuole del mio comune sono chiuse, già da ieri. Il sindaco aveva emesso un'ordinanza di cui io però non ero al corrente. Abbiamo trascorso la giornata del 1° novembre a casa dei miei (che abitano in centro), non abbiamo guardato la tv, solo mio padre l'ha guardata e ci ha comunicato che Vicenza era già andata sotto acqua. Tornando a casa alle 10 di sera siamo passati ignari sopra il ponte. Non ci siamo accorti che il livello del canale si era alzato pericolosamente o forse a quell'ora la situazione non era ancora così preoccupante.



Durante la notte la è cambiato qualcosa. Al mattino c'era già l'ordinanza del sindaco che comunicava la chiusura delle scuole, ma noi, disinformati cronici, non ne sapevamo nulla. La rappresentante di classe ci ha inviato un SMS alle 8.45, ma noi eravamo talmente presi a preparaci che non ce ne siamo accorti (anche se per una volta il mio telefonino era già acceso). Dato che pioveva tanto, il marito ha portato Silvia a scuola in macchina (in realtà andiamo quasi sempre a piedi perché si tratta di un percorso di un paio di centinaia di metri, non vale davvero la pena di farlo in macchina se il tempo atmosferico non è catastrofico), ma arrivando lì ha scoperto che tutte le scuole erano chiuse (abbiamo elementari, medie e superiori) e il nonno vigile che di solito fa attraversare i bambini e che comunque si era presentato per svolgere il suo compito ha detto ai pochi studenti presenti di tornare a casa.



Marco è rientrato in casa da solo, lasciando Silvia sull pianterottolo. Io non mi sono stupita di nulla, nel vederlo rientrare senza di lei, perché ancora ignoravo la situazione. Dopo qualche minuto hanno suonato il campanello ed io , ancora in pigiama, sono andata a guardare dallo spioncino della porta, ma nella penombra del pianerottolo non vedevo bene chi c'era dall'altra parte, mi sembrava uno gnomo, ma quello gnomo aveva un'aria familiare ... ho aperto la porta e mi sono ritrovata mia figlia davanti che rideva felice. Per un attimo ho pensato che ci fossimo dimenticati di qualche sciopero della scuola (ce ne sono stati 3 dall'inizio dell'anno scolastico, ma sarebbe stato egualmente strano perché nella nostra scuola non aderiscono mai) ma il mio cervello ha avuto comunque un attimo di defaillance perché, sciopero oppure no, non riuscivo a capire come Silvia fosse arrivata fin lì da sola. Poi Silvia e il marito mi hanno spiegato cche cos'era successo.



Il marito, senza sapere com'era esattamente la situazione, è uscito comunque per raggiungere il suo ufficio (lui solitamente va in ufficio per le 9), ma dopo qualche minuto l'abbiamo visto rientrare. Gli è bastato incontrare un paio di vicine di casa che l'hanno aggiornato informandolo che i ponti erano chiusi e che non c'era modo di arrivare a Padova.



Durante tutto l'arco della giornata abbiamo seguito bollettini di guerra sul sito del Mattino di Padova, su quello dell'Arpav e su quello de nostro comune di residenza, ma per sapere se la scuole sarebbero rimaste chiuse anche oggi abbiamo dovuto aspettare fino a stamattina. Da noi la situazione è, tutto sommato, abbastanza tranquilla, ma ci sono comuni dove l'acqua è tracimata, hanno dovuto evacuare diverse zone e abitazioni, ci sono stati milioni di danni alle colture e agli edifici, ieri è venuto qui a Padova anche Bertolaso per valutare l'andamento delle cose, insomma, un vero disastro (e nel resto del Veneto, bisogna dirlo, non va molto meglio).



Adesso in realtà qui piove pochissimo (ieri per un po' era persino uscito un po' di sole), ma la situazione è grave anche per le piogge che ci sono state nei giorni scorsi e per l'acqua caduta a monte e le nevi che si sono sciolte in montagna e che hanno ingrossato i fiumi.



Come dicevo, stamattina dopo essere stata in bagno appena alzata sono andata in soggiorno, ho acceso il pc e ho controllato il sito del mio comune e ho appurato che le scuole sarebbero rimaste chiuse anche oggi. Comunque stavolta mi sono ricordata di tenere sotto controllo il telefonino e alle 7:40 è arrivato il messaggio della rappresentante di classe che confermava la chiusura. I ponti che ci riguardano più da vicino sono apparentemente aperti, ma la situazione sembra restare ancora critica.



Il marito è andato al lavoro, ma fra poco dovrà già tornare perché ha un appuntamento dal dentista qui vicino a casa. Dato che non doveva andare a scuola, ho lasciato dormire Silvia fino a tardi. Alle 9 si è alzata da sola, è arrivata in salotto, ha controllato l'orologio del decoder e ha esclamato:"Ma lo sapete che ore sono?" Meno male, un po' di senso di responsabilità ce l'ha. E' contenta di stare a casa, ma domani spera di andare perché dice che domani ci sono le sue materie preferite (che quest'anno sembrano essere inglese, informatica, italiano...). Io stamattina alle 9 avrei dovuto andare in palestra a fare ginnastica, ma dato che Silvia dormiva e mi dispiaceva svegliarla ho deciso di saltare per una volta.




Questa qui sotto è una foto di ieri mattina (trovata nel web) del ponte vicino a casa mia. Tutto sommato è una delle immagini meno inquietanti che riguardano il terrritorio di Padava negli ultimi due giorni, quini immaginatevi le altre ...



 



Che paura ...

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