Un po' a causa quello che è successo a mio papà, un po' per la situazione non rosea che si è creata con M., sono diventata un po' più sensibile e ansiosa (se è possibile essere più ansiose di quanto già non sia) e anche con Silvia, ogni volta che capita qualcosa, che si fa anche solo un graffio, vado un po' in panico... certo è che anche quest'estate (qualcuno si ricorda quando l'estate scorsa si era tagliata alle giostre? ha ancora la cicatrice!) nemmeno lei mi ha reso la vita facile. Come in una serie tv, eccovi il riassunto dei capitoli, anzi capitomboli, che hanno costellato la nostra estate fino adesso.
Capitombolo #1: Silvia ha cominciato il primo giorno delle vacanze, appena terminata la scuola: nel pomeriggio siamo andate giù in giardino, dietro ai garage, e pattinando è caduta facendosi male nell'unica parte del corpo non protetta. Su tutto il resto era praticamente protetta da un'armatura.... aveva casco, ginocchiere, gomitiere, polsiere ... la bardo così perché nonostante i ripetuti tentativi ogni estate non si è ancora mollata e non ha ancora imparato bene. L'unica parte vulnerabile era dunque il sedere. Naturalmente ha sbattuto proprio lì: ma ha dato un colpo così forte che sinceramente mi sono un po' spaventata. Ha pianto tipo per un'ora senza consolarsi e sono rimasta a lungo nel dubbio se portarla o meno al pronto soccorso. Alla fine ho deciso per il no, ma quando succedono queste cose ho sempre dubbi angosciosi, ho sempre paura di sbagliare e che a pagarne le conseguenze sia mia figlia, nello stesso tempo a volte temo di essere troppo ansiosa e di trasmetterle troppe insicurezze.
Capitomboli #2 e #3: Qualche settimana dopo, Silvia si trovava al mare con le nonne ed è caduta dal monopattino. Anche in quel caso ha pianto, ma soprattutto perché è stata ferita nell'amor proprio e perché si è strappata i leggings blu a cui teneva molto. Le nonne, tuttavia, hanno saputo rammendarli in modo tale che lo strappo praticamente non si vede neanche. A distanza di un giorno, però, è caduta di nuovo facendosi male a un ginocchio e prendendosi un colpo molto forte allo sterno col manubrio del monopattino. Il giorno dopo mia mamma ha deciso di portarla dalla guardia medica del mare perché si era molto preoccupata. Il destino ha voluto che il tutto fosse successo nello stesso giorno in cui mio padre giaceva a terra semi-incosciente a casa sua. Io ho saputo della caduta e del fatto che mia mamma aveva portato Silvia dal medico solo nel pomeriggio quando ci siamo ritrovate nella sala d'aspetto del Pronto Soccorso di PD, dove era stato portato mio padre.
Capitombolo #4: La settimana in cui mio padre è stato finalmente dimesso dall'ospedale, verso la fine di luglio, Silvia ha pensato bene di farsi male di nuovo. E' andata così. Un pomeriggio stavamo giocando coi bambini dei nostri vicini, sempre dietro alla nostra casa dove ci sono i garage. P., il nostro vicino, aveva tirato fuori una marea di giocattoli, tra cui anche uno skateboard, che in realtà era abbandonato lì in mezzo senza che nessuno lo utilizzasse. Faccio notare che in tutti questi episodi c'è sempre stato di mezzo qualche aggeggio provvisto di ruote, si vede che con le ruote non abbiamo un buon feeling. Comunque, ad un certo punto, mentre eravamo lì ed io ero distratta e chiacchieravo con la mamma di P. (ma d'altra parte Silvia ha 9 anni, non è una bambina piccola che ti senti tenuta sorvegliare ogni singolo secondo!), Silvia ha inavvertitamente messo il piede sopra a questo skateboard, è inciampata e caduta, stavolta sbattendo un braccio. Anche in questo caso è scoppiata in un pianto inconsolabile che sembrava non avere fine, nostante avessi subito provveduto a mettere ghiaccio e pomata. Il dubbio era se si fosse rotta il braccio oppure no. Ho finito per consultarmi telefonicamente con mia cugina che ha avuto esperienza di braccio rotto con la più grande delle sue figlie, coetanea di Silvia. Alla fine, abbiamo deciso di aspettare il mattino dopo ed eventualmente portare Silvia dalla pediatra. La mattina dopo Silvia aveva ancora tanto male, così ho chiamato la pediatra, ma naturalmente questa non c'era, bisognava andare nell'ambulatorio di una collega che la sostituiva, ma la collega in questione non ha un'ottima reputazione, così ho preferito portare Silvia direttamente al PS a Padova (siccome non avevo fatto abbastanza giri in ospedale in quei giorni, a causa del ricovero di mio papà e di tutte le visite di controllo di M. e il pronto soccorso non lo vedevo da ben 2 settimane abbondanti!). Al PS però, fortunatamente hanno escluso una frattura, diagnosticato una slogatura del polso e fatto un bendaggio che Silvia ha dovuto tenere per 5 giorni. Il suo rammarico è stato che sulle ingessature almeno si possono far fare le firme e i disegnini dagli amici, sul bendaggio non è possibile....
Capitombolo #5 (finale di stagione, almeno spero): Lunedì scorso invece siamo andate a casa di mia cugina e le nostre figlie hanno giocato un po' nella piazzetta sotto casa sua. Naturalmente Silvia non ha potuto evitare di farsi male anche lì: correndo è inciampata su una parte sconnessa della piazza ed è caduta. Si è sbucciata mani e due ginocchia (indossava degli shorts, quindi non aveva indumenti che in qualche modo la proteggessero), ma su un ginocchio in particolare aveva un'abrasione piuttosto consistente (non una ferita profonda, ma piuttosto estesa). L'ho medicata a casa di mia cugina, in seguito ho rifatto la medicazione a casa mia, proteggendola con garzine sterili, ma dopo un giorno la ferita non accennava a rimarginarsi. Adesso l'ho rifatta usando le garzine di Connettivina. Inizialmente non vedevo molti miglioramenti. E sono stata più volte sul punto di portarla dalla pediatra, ma alla fine ci siamo sentite solo per telefono. La seconda sera che mi ha vista piuttosto preoccupata, Silvia si è lasciata contagiare dalla mia ansia e ha detto piagnucolando: "Non voglio dover stare in Pronto soccorso per 15 giorni come è successo al nonno ..." E pensare che quando era caduta non aveva nemmeno pianto, aveva fatto la coraggiosa, anche se si vedeva che aveva dovuto fare uno sforzo per trattenersi. Poverina, ho dovuto tranquillizzarla ... ma devo dire che da quando mio papà ha avuto l'infezione alla gamba non faccio che urlare ogni volta che vedo che qualcuno dei miei familiari si gratta a sangue anche solo a causa di un pungiglione di zanzara: "Non avete visto quanto è facile fare infezione? Non vi è bastata l'esperienza di mio padre?" In realtà, questo lo dico soprattutto a M., che, poveretto, si gratta spesso a causa degli elevati livelli del fosforo nel sangue (li tiene sotto controllo con il Maalox Tc, quello con la scatola verde)... ma anche Silvia sente le mie sfuriate ed ovviamente elabora.
Comunque, adesso sembra che la ferita vada meglio, pian pianino grazie alla Connettivina, l'area dell'abrasione si sta riducendo, anche se con lentezza. Silvia fa un po' di scena tutte le volte che rifacciamo la medicazione e cammina claudicando, tenendo la gamba rigida. Ieri ha dichiarato, mentre ci stavamo recando in farmacia, per comprare la Connettivina e il Betadine: "Adesso che ho la gamba così, se per caso dovessi andare in autobus potrei anche sedermi sui posti riservati ai passeggeri con ridotta capacità motoria ..."
Che bel vantaggio! Non ci avevo pensato ...
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Buona notizia: M. ha fatto sostituire la scheda di rete del vecchio pc e adesso posso finalmente usarlo per navigare. Devo salvare i dati anche da qua, però, perché a detta del tecnico sembra che ci siano anche altre parti che starebbero per abbandonarci... meglio salvare il salvabile finché si può!
è normale essere apprensive per le cadute dei figli e soprattutto dopo tutto quello che stai passando, però eviterei per un po' di frequentare oggetti con rotelle eheheh
RispondiElimina@soleyada: penso anch'io che sia più prudente evitarli per un po' ... ^__*
RispondiEliminaquando ero piccola, nei periodi di stress in casa il mio essere maldestra aumentava all'ennesima potenza... non é che sta capitando anche a Silvia?
RispondiEliminaUn bacino alla ferita e un abbraccio alla mamma...
@soleil: Mah, chi lo sa ... spero che non sia quello, ma in realtà credo che fino ad ora siamo stati abbastanza bravi a nasconderle le nostre preoccupazioni e a non trascurarla, anche se di certe cose è comunque consapevole, ad esempio è al corrente delle necessità dietetiche del suo papà.
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